Tratto da “I racconti di Antonello Catania” di Sabrina Merolla
Mio padre Francesco, da giovanissimo, lavorava come dipendente di suo zio. Un giorno vinse una piccola somma e con coraggio si mise in proprio. Diventò un imprenditore. Era una persona brillante, con tanta voglia di vivere. Mio padre mi ha trasferito molto del suo senso di libertà. Con la mia famiglia creammo un supermercato e abbiamo avuto successo.
Sin dall’inizio, ho improntato ogni dinamica sulle relazioni, gestendo personalmente i rapporti con i fornitori e con gli amministratori.
La mia empatia ha dato uno slancio determinante a questa impresa.
Poi abbiamo diviso la società: tre supermercati per ogni fratello.
Soffrivo profondamente perché mi sentivo incapace di stare da solo. Ma la solitudine è stata la mia forza.
Ovunque vada, mi si sono sempre spalancate le porte dell’amicizia e dell’accoglienza.
Il mio stato simbiotico verso il mondo si fonda sull’empatia, la strada verso la felicità.
Ho sofferto molto nella vita ma ho sempre voluto condividere il successo con gli altri.
Qualcuno un giorno mi disse: tu ti vieti di essere felice.
Da quel momento non ho fatto altro che riflettere su questa frase. Ci si sono messe anche le persone invidiose, facendomi credere che la felicità non l’avrei mai ottenuta.
Nei molteplici ruoli di amministratore delegato che mi sono stati conferiti, ho sempre portato le aziende a raggiungere l’apice, salvandole dall’abisso del fallimento per poi ritrovarmi sul banco degli imputati. Troppo, Antonello, troppo…
Così, ho iniziato a scavare dentro di me.
Vuoi sapere cos’ho trovato? Un grande e logorante senso di colpa.
Verso chi? Me stesso.
Mi sento colpevole di riuscire ad avere successo nella vita.
In questo viaggio alla scoperta di me, vedo una persona umile, capace di osservare e captare le evoluzioni del presente e lo faccio ascoltando gli altri, imparando dagli altri.
Sono pienamente convinto che tutto sia migliorabile e sono sempre alla ricerca delle innovazioni.
Non esistono scelte giuste o sbagliate. Occorre fare una scelta e renderla giusta.
Ho trovato una cura e si chiama empatia.
Da questo mio stato simbiotico verso il mondo, mi si sono aperte sempre tante opportunità.
Se nel cammino incontri chi ti denigra, all’orizzonte comparirà sempre chi ti dirà che sai rendere le persone speciali.
È il valore delle relazioni.
